STIAMO INVECCHIANDO.
LA SANITÀ PUBBLICA NE È CONSAPEVOLE?
L’Italia è tra i Paesi più longevi non solo d’Europa ma del mondo.
Nel 2050 gli over 65 saranno venti milioni, ossia più di un terzo di unaa popolazione in continua diminuzione (si stima un calo di 2 milioni e mezzo).
Se da un lato si vive di più, dall’altro si nasce di meno. Il rapporto sarà dunque di sessantatre persone anziane su cento in età lavorativa.
Un’Italia meno popolata e più vecchia secondo la recente proiezione elaborata dall’Istat per “Italia Longeva-Rete nazionale sull’invecchiamento e la longevità attiva”.

Nei prossimi dieci anni otto milioni di anziani avranno almeno una malattia cronica grave
Le prime avvisaglie critiche di questa situazione arriveranno a breve, già nel 2030: gli ultra 65enni che vivranno da soli potrebbero salire a quattro milioni e mezzo e, di questi, un milione e 200 mila avrà più di 85 anni.
Cosa significa tutto ciò? Significa che nei prossimi dieci anni otto milioni di anziani avranno almeno una malattia cronica grave: ipertensione, diabete, demenza, malattie cardiovascolari e respiratorie. Le generazioni maggiormente a rischio di non autosufficienza passeranno da un quinto a un terzo della popolazione italiana. Aumenterà dunque la spesa previdenziale e diminuirà di contro la forza produttiva: l’Italia sarà pronta a sostenere questa situazione?
Difficilmente la sanità pubblica potrà far fronte da sola alle complesse e variegate necessità della silver economy, ovvero l’economia delle fasce di età oltre i 60-65 anni. Un’economia che muove fino a 123 miliardi di euro con un impatto sul Pil del 40%.
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Il welfare pubblico, date le premesse, non riuscirà ad offrire una soluzione completa. Già ad oggi le somme che i familiari devono sostenere per i propri anziani non autosufficienti hanno cifre da capogiro. La stima si attesta a quasi 14 miliardi di euro per gli stipendi di badanti e le rette delle case di riposo: gli italiani si indebitano e vendono anche casa pur di sostenere le spese.
La sfida dell’invecchiamento è allora legata a quella della non autosufficienza. Le lacune del welfare potranno essere colmate con soluzioni private ed individuali per assicurarsi una vecchiaia serena senza gravare sui familiari.
Urge insomma immaginare un nuovo modello universale per rispondere all’allungamento della speranza di vita, il cosiddetto Long Term Care.
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