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INFORTUNIO SUL LAVORO: COS’È E COME GESTIRLO

Infortunio e Malattia: le differenze

Ti sei chiesto cosa significa e cosa comporta avere un infortunio sul lavoro? Quando si entra nel merito di una definizione, potrebbe essere difficile capire di cosa si parla. Per questo motivo, vogliamo aiutarti a fare chiarezza.

In linea di massima, si parla di infortunio sul lavoro quando avviene un incidente che ti provoca danni alla salute, sia che ti trovi sul luogo dove pratichi la tua professione, sia che tu stia svolgendo qualsiasi attività ricollegabile al tuo lavoro.

In quest’ultimo caso, si parla del concetto di “occasione di lavoro”, una definizione che ricorre spesso in materia di infortuni e che tiene in considerazione i rischi determinati dalla natura stessa del tuo lavoro, come ad esempio l’infortunio in itinere, ovvero quell’incidente che può verificarsi mentre ti stai recando a lavoro.

Quindi, un infortunio può capitare quando:

  • un evento traumatico causa lesioni e danni alla tua salute o provoca il decesso;
  • se l’attività lavorativa e l’incidente sono collegati;
  • se l’incidente provoca un infortunio che ti rende inabile al lavoro per più di 3 giorni;
  • se una causa violenta ti ha causato l’infortunio.

L’infortunio sul lavoro, inoltre, è diverso dalla malattia professionale e la differenza alla base di queste due evenienze è semplice: l’infortunio, per essere tale, deve avvenire per una causa violenta, mentre la malattia si verifica dopo una lunga esposizione al rischio che può portarti a contrarla.

I confini tra l’infortunio e la malattia, però, non sono così netti e spesso l’uno può essere considerato come l’altra e viceversa. Ciò avviene in due casi:

  1. L’infortunio diventa malattia: se per legge si stabilisce che l’inabilità alle attività lavorative non è stata causata da un evento che ha i requisiti per essere definito come infortunio. Quindi, l’infortunio passa allo stato di malattia comune e non professionale;
  2. La malattia diventa infortunio: se il lavoratore ha supposto che l’inabilità al lavoro fosse dovuta all’esposizione a elementi nocivi sul luogo del lavoro, quando in realtà l’inabilità è dovuta a un incidente. Può succedere, infatti, che un evento violento porti successivamente alla malattia e, una volta scoperta l’origine del danno, la patologia viene trasformata in infortunio.

Secondo le statistiche rilasciate dall’INAL, si evince che le denunce di infortunio sul lavoro tra gennaio e settembre sono state 468.698, delle quali 780 con esito mortale; inoltre, è stato registrato un aumento delle patologie di origine professionale denunciate.

Per quanto riguarda i dettagli della malattia professionale del territorio regionale siciliano, invece, si può constatare una diminuzione del numero di denunce per lo stesso periodo negli anni 2019 e 2020, soprattutto per quanto riguarda gli esposti da parte delle donne.

Se ti è capitato di farti male sul luogo del lavoro, allora continua a leggere per sapere quali azioni compiere e a chi rivolgerti per chiedere l’indennizzo.

COSA FARE IN CASO DI INFORTUNIO SUL LAVORO?

Quando a seguito di un incidente si verifica un infortunio, devi tempestivamente informare il tuo datore di lavoro, al quale spetta a sua volta informare l’INAIL inviando una denuncia. L’Istituto Nazionale Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, infatti, si occupa anche di valutare il tuo caso con l’obiettivo di erogare o meno l’indennizzo per l’infortunio.

Quindi, seguono i controlli: dovrai sottoporti a una visita medica di cui dovrai fornire il certificato alla tua azienda. Il certificato medico, infatti, ti servirà per completare la dichiarazione di infortunio. La struttura sanitaria presso cui hai fatto la visita, invece, comunica all’INAIL i risultati del certificato.

Nel caso in cui la prognosi del tuo infortunio supera i 3 giorni, la denuncia va presentata all’INAIL entro 2 giorni dall’incidente violento. Assieme alla denuncia vanno comunicati anche i dati della retribuzione, fondamentali per calcolare la tua retribuzione giornaliera.

Per quanto riguarda il pagamento da parte dell’INAIL, invece, avviene a partire dal quinto giorno e in queste proporzioni: il 60% della retribuzione viene erogato fino al novantesimo giorno di convalescenza, il 75% a partire dal novantunesimo giorno. In genere, inoltre, il datore di lavoro copre la restante parte della retribuzione giornaliera.

Infine, l’INAIL può pagarti anche un indennizzo se il tuo infortunio ti ha causato danni permanenti o menomazioni tra il 6% e il 15%. Potrebbe spettarti anche una rendita vitalizia, nel caso in cui la menomazione risulta di un grado uguale o superiore al 16%.

LIMITAZIONI ALLA TUTELA DELL’INAIL

Esistono quattro casi per cui l’INAIL non rilascia l’indennizzo in conseguenza di un infortunio. Se hai avuto un incidente sul luogo del lavoro o mentre ti stavi recando verso la sede dell’azienda, allora ti tornerà utile sapere quali sono le eventualità per le quali l’INAIL è autorizzata a non concederti l’indennizzo.

I casi esclusi dall’indennizzo fanno parte del così detto “rischio elettivo”, ovvero quei pericoli a cui vai incontro per cause che derivano dalle scelte fatte di tua volontà:

  • comportamenti abnormi da parte del lavoratore rispetto al fine del lavoro in azienda;
  • comportamenti non collegati a necessità particolari o a cause di forza maggiore;
  • incidenti causati dall’esibizionismo del lavoratore;
  • incidenti legati alle volontà individuali del lavoratore, come ad esempio il vizio del fumo.

L’INAIL, a volte, può stabilire che nonostante il comportamento del lavoratore sia stato anormale, questo non ha interrotto il collegamento tra le azioni e il fine lavorativo, per esempio quando il carico di lavoro è tale da causare stanchezza che, a sua volta, porta il lavoratore a compiere delle scelte sbagliate o anormali.

Com’è evidente, confermare il rischio elettivo è molto difficile perché ciascun incidente sul lavoro va valutato come caso particolare.

Ad ogni modo, sia che l’infortunio sia stato causato da un incidente violento o che tu abbia fatto le scelte sbagliate, a pagarne le conseguenze sei tu, il lavoratore; quindi, è sempre meglio essere previdenti e accorti quanto più possibile e lavorare con serenità e in tutta sicurezza.

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