Come ritrovare nuova linfa?
La pandemia ha avuto un impatto molto forte su tutta la popolazione e in particolare sui giovani, che hanno sospeso o rinviato i loro progetti di vita come l’uscire dalla famiglia di origine, formare una coppia, fare figli. Anche gli interessi verso lo studio e la realizzazione professionale sono stati purtroppo influenzati negativamente. Per scoprire le leve da mettere in atto per intervenire positivamente ripercorriamo l’interessante webinar di Alessandro Rosina, docente di Demografia presso l’Università Cattolica di Milano.
La casa si costruisce con i mattoni al posto giusto
L’introduzione al webinar del professor Rosina è partita da un esempio semplice e immediato: se immaginassimo il futuro come una casa, di certo la maggior parte di noi la vorrebbe spaziosa, solida, accogliente. Ebbene, per costruirla abbiamo bisogno di mattoni: questi elementi sono le persone. Per dare struttura e consistenza alla casa i mattoni vanno sistemati per bene, a partire dalle giovani generazioni.
Qualche dato che parla di noi
Il 2020 abbiamo battuto il record negativo di nascite con solo 404.000 neonati. Siamo ben lontani dagli anni del baby boom nei quali nascevano più di 1 milione di bambini!
La pandemia ha accentuato ancor più la decrescita, accanto alla quale si deve aggiungerne un altro dato significativo che riguarda il trasferimento all’estero dei giovani: l’Italia purtroppo è il Paese che ne “regala” di più agli altri Paesi, togliendo così futuro e innovazione alla nostra stessa nazione.
NEET: i mattoni non ben collocati
Le difficoltà dovute alla pandemia sono state acceleratrici di fragilità portando i NEET tra i 30 e i 34 anni alla cifra di circa un milione. L’acronimo inglese di Not (engaged) in Education, Employment or Training indica i giovani non impegnati nello studio, né nel lavoro né nella formazione. Il dato evidenzia una debolezza nel percorso formativo-lavorativo e un’incapacità a valorizzare il capitale umano, motore della società e dell’economia. Se non interveniamo con strumenti adeguati rischiamo di perdere una generazione e di contribuire alla decrescita di tutta la nazione.
Investire in ricerca è la soluzione
Una leva importante da mettere in atto è senz’altro la necessità di investire in ricerca e innovazione. In questi ambiti le giovani generazioni possono portare freschezza, novità e nuove competenze sul lavoro a beneficio di tutti. Purtroppo nel caso della didattica a distanza si è usato uno strumento nuovo e una didattica antica con il risultato di rendere difficoltoso l’apprendimento. Al contrario, si sarebbe dovuto sfruttare il potenziale multimediale per allargare gli stimoli dei ragazzi. Il nostro impegno di genitori, educatori, politici dovrebbe essere quello di preparare le giovani generazioni a porsi domande per cercare di trovare delle risposte nuove, ovvero stimolare la loro caratteristica capacità di innovare.
Mai spegnere il desiderio di imparare
Ciò che indebolisce la speranza nei giovani è il deterioramento del desiderio di imparare. Che Paese vogliamo diventare? Se vogliamo crescere e tornare a essere una nazione fertile, in termini di nascite, di idee, di produttività, di futuro dobbiamo impegnarci a mantenere viva la fiamma della conoscenza. Dal punto di vista personale la maggiore conoscenza porta a migliorare la percezione di sé, avere una visione positiva della vita, aumentare la capacità di lavorare in gruppo. Dal punto di vista sociale porta le giovani generazioni a produrre valore. Di conseguenza, tutti gli investimenti volti a sostenere e sviluppare le capacità cognitive, anche dalla più tenera età, sono basi solide per dar vita a un futuro più fertile. Un futuro che tutti dobbiamo impegnarci a costruire insieme dando il giusto spazio e le necessarie risorse ai giovani.
E voi, siete pronti a impegnarvi per farvi stupire dai giovani?