I TEMPI DI ATTESA
DELL’ASSISTENZA SANITARIA NAZIONALE
Due gli aspetti principali da analizzare: il primo è che siamo una nazione pigra e il secondo che siamo davanti ad un Sistema Sanitario Nazionale che fa acqua da più parti.
Sul primo fattore occorre lavorare in termini di cultura alimentare e stili di vita.
Tante sono le malattie che possono essere evitate attraverso un corretto stile alimentare coniugato ad una sana attività fisica quotidiana.

LE LUNGHE ATTESE SPINGONO SEMPRE DI PIÙ AL RICORSO ALLA SANITÀ PRIVATA
Sull’assistenza sanitaria, l’Italia è la dodicesima nazione europea in quanto a spesa. Non una buona postazione che unita ai tanti fatti di cronaca che raccontano di mala sanità non fa dormire sonni tranquilli.
Anzi, i tempi di attesa dell’assistenza sanitaria nazionale rientrano tra le maggiori preoccupazioni degli italiani.
Attese diventate bibliche. Spesso occorre ricorrere ad accertamenti e visite mediche private con un pesante costo economico. Il 28,9% degli italiani ritiene che l’onere finanziario delle cure sia troppo alto.
Sette italiani su dieci vi si rivolgono con una spesa sanitaria pro-capite che si è attestata a 700 euro nel 2018. Ma altri rinunciano, e non sono pochi: ben 3 milioni e 657 mila secondo le ultime stime. Un numero che sale a 4 milioni e 125 mila in riferimento alle cure dentistiche.
Accanto a loro, gli oltre 2 milioni che hanno rinunciato ad acquistare farmaci.

E sulla prevenzione? Cosa si fa? Poco.
Tornando al primo fattore del panorama sanitario, ovvero quello che l’Italia sia una nazione pigra, gli ultimi dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità non sono confortanti. L’Italia risulta essere tra le 20 nazioni più pigre, a danno soprattutto dei bambini che con il 38,7% in Sicilia è a rischio obesità.
Il flop del SSN si registra infine in tutti quegli esami riguardanti la prevenzione con liste d’attesa improponibili.
Basti pensare che solo sei donne su dieci si sottopongono alla mammografia.
Il cambiamento passa da anche da noi.
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Sull’assistenza sanitaria, l’Italia è la dodicesima nazione europea

Sull’assistenza sanitaria, l’Italia è la dodicesima nazione europea in quanto a spesa. Non una buona postazione che unita ai tanti fatti di cronaca che raccontano di mala sanità non fa dormire sonni tranquilli.
Anzi, i tempi di attesa dell’assistenza sanitaria nazionale rientrano tra le maggiori preoccupazioni degli italiani.
Attese diventate bibliche. Spesso occorre ricorrere ad accertamenti e visite mediche private con un pesante costo economico. Il 28,9% degli italiani ritiene che l’onere finanziario delle cure sia troppo alto.
Sette italiani su dieci vi si rivolgono con una spesa sanitaria pro-capite che si è attestata a 700 euro nel 2018. Ma altri rinunciano, e non sono pochi: ben 3 milioni e 657 mila secondo le ultime stime. Un numero che sale a 4 milioni e 125 mila in riferimento alle cure dentistiche.
Accanto a loro, gli oltre 2 milioni che hanno rinunciato ad acquistare farmaci.
E sulla prevenzione? Cosa si fa? Poco.
Tornando al primo fattore del panorama sanitario, ovvero quello che l’Italia sia una nazione pigra, gli ultimi dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità non sono confortanti. L’Italia risulta essere tra le 20 nazioni più pigre, a danno soprattutto dei bambini che con il 38,7% in Sicilia è a rischio obesità.
Il flop del SSN si registra infine in tutti quegli esami riguardanti la prevenzione con liste d’attesa improponibili.
Basti pensare che solo sei donne su dieci si sottopongono alla mammografia.
Il cambiamento passa da anche da noi.
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